Nero, bianco, legno, cemento, verde (vivo).
Cinque elementi fondamentali per ridare vita alla nostra casa.
Il progetto di ristrutturazione del nostro studio per ovvi motivi è stato uno dei progetti più difficili, ma allo stesso tempo uno dei più stimolanti della nostra storia.
Partivamo da uno studio internamente bello, elegante, che però si portava dietro (seppur benissimo) i suoi anni, ed esternamente senza una vera identità.
Abbiamo deciso di dare una sterzata convinta!
Già dall'ingresso, si palesano i 5 materiali che compongono il progetto:
il legno di rovere, presente nella grande parete di ingresso, nei giochi di assi che vanno a dividere gli spazi nell'open space operativo, nelle sedute d'attesa, e anche nelle porte, in una forma rivista con la verniciatura nera.
il cemento, per un pavimento di grande personalità
il nero, nell'arredo e nelle pareti (declinato in una tonalità antracite), nelle porte, nelle lampade
il bianco, in alcune pareti e in alcuni soffitti, oltre che in alcune parti dell'arredo
il verde, vivo, nelle piante che vanno ad impreziosire diverse lampade che abbiamo scelto
La necessità dello studio era quella di avere, oltre a un restyling estetico, anche una nuova organizzazione degli spazi interni.
Una sala riunioni funzionale, 3 uffici chiusi, un open space operativo capace di accogliere fino a 5 persone, e soprattutto la necessità di recuperare grandi spazi armadi per mantenere il vasto archivio documentale.
L'arredo è diventato parte integrante dell'architettura, grazie ad armadi che spariscono grazie ai sistemi ad incasso o a soluzioni in cui il mobile definisce nuovi spazi, come nel caso dell'open space.
Esternamente abbiamo deciso di dare un tocco di personalità all'edificio: il colore antracite che domina viene scaldato dall'utilizzo di un rivestimento in legno (pino scandinavo termotrattato) per i parapetti.
L'ampliamento della sala riunioni, e la rimodulazione di alcuni fori, hanno permesso di dare nuove linee architettoniche al fabbricato.
Anche gli spazi esterni sono stati rivisti: grazie alla collaborazione con Giuseppe Carollo, un giardino ben strutturato accompagna il visitatore dal momento in cui scende dall'alto per avvicinarsi all'ingresso.